domenica 12 settembre 2010

Taiji all'occidentale: la grande illusione (parte 2)

Nel Taiji che è arrivato da noi, dunque, c'è molto poco del vero Taijiquan. Tanti vaneggiamenti, una gran voglia di scoprire che la vita non è così banale come ce la presenta ogni giorno la realtà, un po' di introspezione (per chi si impegna) e buonanotte.

Il "vero" Taijiquan
Naturalmente ora dovremmo scrivere "Il nostro Taijiquan, invece, è quello vero e puro, come l'ha inventato Yang Lu Chan". No: purtroppo, non possiamo farlo.
La verità è che l'autentico metodo marziale di  insegnamento del Taiji è andato perduto, o quantomeno non è arrivato in Occidente, finora. Chi dice il contrario mente, anche se spesso in buona fede.
I motivi di questa perdita sono diversi: alcuni realistici, alcuni plausibili, altri... Chissà. Per esempio, da Yang Chen Fu in poi il Taijiquan è stato insegnato in chiave soprattutto salutistica, perché si era ormai esaurita la funzione marziale (i tempi stavano cambiando, anche in Cina). Questo vorrebbe dire che, siccome c'è uno stile (Chen) più antico dello Yang, forse c'è ancora un Taijiquan marziale: il Chen appunto. Vero soltanto in parte. Nello stile Chen è più facile vedere la marzialità, senz'altro. Per esempio, i Fajin (emissione di forza esplosiva: come una frustata data col corpo) sono più evidenti, mentre nello stile Yang sono nascosti. Tuttavia anche il Chen ha subito il passaggio del tempo, sebbene sia stato tramandato a livello famigliare e in un luogo ben preciso (il villaggio Chen appunto).
Il Taijiquan è giunto svuotato fino a noi anche per l'enorme diffusione che ha avuto, proprio per la sua efficiacia come ginnastica per la salute. E' chiaro che se il 95% di chi pratica lo fa per il proprio benessere, l'aspetto marziale - che è anche il più pesante fisicamente - finisce col passare in secondo piano fino a perdersi, o quasi.
Terzo, si dice che il "vero" Taijiquan sia stato tramandato all'interno dei gruppi famigliari, mentre a livello divulgativo si mostrava soltanto il guscio di questa disciplina. Per diverse ragioni, tra cui (e qui sconfiniamo nella leggenda) la volontà di tenere nascosta l'arte marziale nazionale a popolazioni giunte da fuori, come i Manciù.




Dalla Cina all'Occidente: il brodo si allunga
Nel passaggio dalla terra natale all'Occidente, il Taijiquan ha subito un ulteriore drastico dilavamento, trasformandosi in quel che troviamo, oggi, nell'80% delle palestre in cui si insegna questa disciplina.
Diversi contenuti marziali, sebbene forse un po' annacquati, sopravvivono nel Taijiquan insegnato in una buona scuola cinese e in parte essi giunsero anche qui da noi. Ma sono stati quasi del tutto abbandonati. Perché richiedono impegno, fatica e anche qualche contusione, perché la stragrande maggioranza di chi si iscrive a un corso di Taiji non è minimamente interessata a essi (e l'istruttore si adegua...) e perché diventare istruttori completi di Taijiquan è cosa che richiede decenni, mentre per imparare la forma base e due spintarelle basta poco: un paio di stagioni di corso istruttori e poi si può cominciare a insegnare (e guadagnare).
Il risultato è che se entrate in una palestra dove si fa il Taijiquan non troverete quasi mai un praticante in grado non soltanto di combattere, ma anche solo di tenere una guardia.
Intendiamoci: tutto il diritto, per chiunque, di farsi due ore la settimana di ginnastica morbida in cui si pone attenzione su aspetti importantissimi per il benessere: postura, corretto uso delle articolazioni, respirazione, rilassamento e concentrazione. Di sicuro sono cose che fanno bene e il nostro consiglio è di fare Taijiquan, anche in questo modo. Vorremmo però che chi è interessato all'autodifesa o al marzialismo (non per rompere le ossa al prossimo, ma come filosofia e stile di vita) potesse trovare ciò che cerca o, più onestamente, si sentisse dire, da chi non è in grado di aiutarlo, che farebbe bene a cercare da un'altra parte. Invece, ovviamente, questo non succede praticamente mai e così gente sinceramente appassionata perde anni con la danza dell'energia, il risveglio del Ch'i, la percezione dell'unità universale eccetera, convinta che tutto questo la metterà miracolosamente in grado di difendersi in caso di pericolo. Lasciar credere a qualcuno che potrà atterrare un aggressore senza aver mai provato a schivare un pugno tirato sul serio è criminale da parte di chi insegna e per questi istruttori dovrebbe valere la regola del "prima fammi vedere che riesci a reggere 3 minuti con un kickboxer e poi puoi insegnare il Taijiquan marziale".
2 - continua

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