martedì 16 dicembre 2014

Il kung fu mantiene giovani

E se non ci credete, guardate qui.

Lo stile è Gong Li Quan (Kung Li Ch'uan), di cui anche la scuola Chang possiede una forma, usata più che altro a scopo energetico. Letteralmente, gong li vuol dire "lavoro sulla forza".

Ps: ora voglio vedere chi, a lezione, dirà che è troppo vecchio per imparare a fare le cadute.

L'istruttore

mercoledì 12 novembre 2014

Nota sul simbolo


Ogni tanto fa bene tornare alle origini. Così, anche se ne abbiamo già parlato, riproponiamo due parole di spiegazione sul logo della nostra scuola, che male non fanno.
Quello nella foto qui a fianco è il simbolo ufficiale della nostra associazione, disegnato qualche anno fa da Ilaria Goggi, una dei fondatori della Kun Chien nonché grafico di professione.

lunedì 20 ottobre 2014

Boxe cinese, A.D. 1890

Come combattevano i cinesi alla fine dell'Ottocento? Non è facile trovare documenti chiari e attendibili, dal momento che le cronache locali dell'epoca erano sempre a metà tra la narrazione e la leggenda. Per questo diventa interessante vedere come un osservatore occidentale potesse interpretare e giudicare la boxe cinese, in un contesto prettamente sportivo come un incontro di pugilato.
A questo link trovate una cronaca, appunto, del 1890 in cui si descrive, ovviamente con tutti i luoghi comuni e i pregiudizi dell'epoca, un match di kung fu inserito in un contesto pugilistico occidentale, avvenuto la sera del 23 febbraio di quell'anno a Brooklyn. Il testo è in inglese, buona lettura.

domenica 21 settembre 2014

Un fiore in un pugno (parte 3)

Completiamo la nostra introduzione al Meihuaquan spiegando brevemente quel che facciamo nei nostri corsi. Che, lo ricordiamo, sono ricominciati con settembre e si tengono il mercoledì e venerdì dalle 19,30 in poi.  


Il Meihuaquan della nostra scuola
Il maestro Chang Dsu Yao con la doppia sciabola
La nostra associazione, K'un Ch'ien, ha le sue radici nella scuola di Meihuaquan del maestro Chang, da noi praticata fino al 2007 circa. La base didattica, in questo ambito, è pertanto il Meihua di Baijindou, così come era stato riformato dal maestro Chang Dsu Yao durante la sua esperienza taiwanese.
Dal 2008 in poi, tuttavia, è iniziato un percorso di ricerca che ci ha portati dapprima a rivedere profondamente gli insegnamenti e i principi della scuola Chang così come è stata tramandata in Italia e successivamente ad affiancarle un secondo ramo di studio.

giovedì 11 settembre 2014

Un fiore in un pugno (parte 2)

Dopo aver riassunto la storia del Meihuaquan, occupiamoci delle sue basi teoriche. Che, come per ogni stile tradizionale, sono strettamente connesse alla filosofia e alla medicina dell'antica Cina. In particolare, nel Meihuaquan ritroviamo la teoria delle due forze opposte (Yin e Yang) e quella dei cinque elementi.

I fondamenti teorici
Dashi, una delle figure di base del meihuazhuang
Nello spiegare perché il pugilato del fior di prugno non può essere considerato uno stile esterno, al pari di uno interno, abbiamo anche elencato alcuni degli elementi che lo contraddistinguono.
Tra essi spicca, senza dubbio, la teoria delle Wu Shi, o cinque figure. Sono, per farla breve, cinque posture che costituiscono la base filosofica ed energetica del Meihua: perché una sequenza possa appartenere al Meihuaquan deve avere – canoniche o modificate, più o meno rimaneggiate a seconda della scuola o quel che si vuole – le cinque figure fondamentali o per lo meno quattro di esse.

sabato 30 agosto 2014

Un fiore in un pugno


Allenamento di gruppo in un villaggio cinese (nello specifico, posizione Bai Shi)

Meihuaquan. Ovvero, scomposto, mei hua quan (梅花拳): il pugno del fior di prugno. È il nome di uno degli stili tradizionali del kung fu cinese: uno dei più popolari e, assieme, tra i meno noti in Occidente. Lo si pratica con certezza in Canada, Stati Uniti, qua e là in America Latina e, parlando di Europa, Francia, Belgio, Russia. Oltre, naturalmente, all'Italia.

mercoledì 13 agosto 2014

Drago contro tigre


Esplorate le attitudini del drago, pare un'ovvia conseguenza trattare quelle della tigre (hu), anch'essa tenuta in grande considerazione e spesso accostata al drago, nei modi di dire così come nelle immagini simboliche, in senso complementare oppure antagonista.
Si usa ad esempio la formula long hu dou o long zheng hu dou, ovvero “drago contro tigre”, per indicare aspri scontri fra rivali equamente valorosi. La stampa che compare sulle magliette della nostra associazione, per esempio, raffigura questa lotta (vedi foto a fianco).

domenica 3 agosto 2014

Nella tana del drago


Realizzazione di Marzio M.
Secondo lo zodiaco cinese, il drago (long) è appassionato, coraggioso e sicuro di sé. Uno spirito avanguardistico, in genere fortunato, ma un po' misterioso e sfuggente. Di polarità yang, quinto dei 12 animali, è l'unico essere immaginario, descritto come combinazione di più animali, talvolta anche di tutti gli altri undici. Mostruoso, vero?

venerdì 13 giugno 2014

Un colpo di grazia: la dama di giada (parte 2)

Yang Cheng Fu esegue Yu nu
Iconografia della giada
Da migliaia di anni, specialmente nei popoli asiatici e americani delle coste pacifiche, la giada ha impreziosito gli accessori di persone importanti e facoltose, costituendo un elemento rappresentativo o comunque propiziatorio di protezione, prosperità e nobiltà d'animo. Tuttavia, anche le persone più umili ne hanno da sempre ammirato i poteri, accontentandosi anche semplicemente di scrivere il suo nome su materiali poveri. Possiamo affermarlo grazie ai ritrovamenti avvenuti nelle antiche sepolture, dove la giada era presente inizialmente in forge molto rudimentali e prive di decorazioni, quindi via via più sofisticate con l'evolversi delle tecniche di lavorazione nei tempi successivi, fino ad arrivare alle mini-sculture di animali simbolici, usate come amuleti in vita e nei corredi funerari.

venerdì 23 maggio 2014

Un colpo di grazia: la dama di giada (parte 1)


Martin pescatore in azione nei nostri ambienti. Foto Luigi Ziotti.
 Una tecnica ricorrente in diverse sequenze del taijiquan, con qualche piccola differenza tra i diversi stili e scuole, è yu nu, la dama di giada. Nelle molteplici varianti si trova citata come “dama/donna/signora di giada lavora al telaio/lancia la spola/tesse la tela”, con eventuali specificazioni di direzione (destra, sinistra, 8 direzioni, ecc.). Nella “forma 108 yang” della scuola Chang Dsu Yao si utilizza yu nu chuan suo ( 玉女穿梭 ).

Arriveremo a parlare anche dell'aspetto marziale di questa tecnica, che tuttavia sfrutteremo essenzialmente da viatico per un breve viaggio nelle terre d'oriente.

giovedì 1 maggio 2014

Yi quan, il grande pugilato (parte 4)


Una postura Shaolin
Dopo aver analizzato le famose interviste pechinesi di Wang Xiang Zhai, nelle quali il maestro contesta gli stili contemporanei e traccia le linee guida dell'Yi quan, cosa possiamo dire del metodo di Wang e del suo “grande pugilato”?
In primo luogo, che Wang fu, per l'epoca, davvero rivoluzionario. In una Cina ancora legata agli schemi classici, introdusse il concetto di scienza applicata al combattimento ed ebbe il coraggio di tagliare i legami con il passato, liberandosi dall'ingombrante mole di forme e tecniche prestabilite che aveva finito con il soffocare la vera natura dell'arte marziale cinese.

Yi quan, il grande pugilato (parte 3)


Il M° Wang in zhan zhuang
Wang Xiang Zhai, maestro di Xing yi quan, poi fondatore di un metodo basato sia sul suo stile di provenienza sia sull'esperienza marziale accumulata vagando per la Cina del primo Novecento, spiega il suo metodo a due giornali di Pechino. Dapprima analizza gli stili tradizionali, giudicati ormai inefficaci e privi di sostanza. Sfida i maestri dell'epoca a misurarsi con le sue teorie e sostiene di essere impegnato per il ritorno del wushu all'antica purezza: “Sono ormai vecchio e non mi interessa la ricerca della fama o del guadagno personale. Quello che veramente mi interessa è cercare con i miei compatrioti di ritrovare la moralità e la naturalezza istintuale delle arti marziali prima di diventare troppo vecchio, in modo da contrastare coloro che fanno del male agli altri e a se stessi con i cattivi insegnamenti”, è la premessa alle interviste di cui, ora, proponiamo gli ultimi estratti.

domenica 20 aprile 2014

Yi quan, il grande pugilato (parte 2)


Wang Xiang Zhai
Nella scorsa puntata abbiamo riassunto, in sintesi, la vita di Wang Xiang Zhai, il fondatore dell'Yi quan. Diversamente dagli stili più antichi, che si perdono tra leggenda e biografie tramandate oralmente, per il Dachengquan (l'altro nome con cui è conosciuto questo metodo), abbiamo la fortuna di avere una notevole quantità di informazioni dirette, essendo il suo fondatore vissuto fino al 1963. Molte le interviste e i libri dati alle stampe sotto la sua supervisione, nei quali si spiega come e perché sia arrivato a sintetizzare un nuovo sistema di combattimento, per molti aspetti in contrasto con quelli tradizionali. 

sabato 12 aprile 2014

Yi quan, il grande pugilato (parte 1)

Wang Xiang Zhai

C'è uno stile – uno degli ultimi nati – che i maestri più tradizionali vedono come fumo negli occhi. Tuttavia, siccome è comprovato che l'Yi quan qualche risultato l'ha ottenuto – e non nel campo teorico, ma in quello molto più concreto del combattimento libero – val la pena capirne un po' di più, a costo di sbattere contro un metodo che considera tutti gli altri, su per giù, come vecchiume incartapecorito. Un Bruce Lee d'antan, insomma: come il celebre attore, ma con una ventina d'anni di anticipo, anche il caposcuola dell'Y quan, infatti, sfidò il sistema formalizzato degli stili tradizionali.

venerdì 4 aprile 2014

Shoutao, l'arte del ceffone

Il titolo è ovviamente provocatorio, sebbene lo schiaffo - o ceffone o pizza, che dir si voglia - è assai presente in questo gruppo di esercizi, caratteristico del Meihuazhuang. Shoutao, letteralmente la via delle mani, raggruppa una serie di esercizi in coppia, di complessità crescente, utili per iniziare a comprendere il contatto fisico con il compagno/avversario, sviluppare alcuni automatismi di spostamento dei pesi e schivata, condizionare braccia, piedi e gambe. E' importante eseguire le tecniche in modo "pieno", ovvero con intenzione di colpire, essendo però in grado di fermarsi all'ultimo momento nel caso il compagno non fosse pronto a rispondere al nostro gesto.

martedì 11 marzo 2014

Il meihuaquan di Liangshan

Stanchi di Masterchef e Floris? Collegate il pc alla tv e sparatevi una bella orazza di Meihuaquan! Direttamente da Youtube, Un articolato riassunto del terzo simposio di Liangshan. 
Quest'ultimo è un luogo simbolico per il pugilato del fior di prugno. A Liangshan, infatti, è ambientato un famoso romanzo epico e ancor oggi la città e i suoi dintorni sono ricchi di praticanti. Una descrizione molto dettagliata e corredata di fonti storiche è reperibile, come sempre, sul sito meihuaquan.it: ci arrivate cliccando qui.
Per quanto riguarda il video, Patrizia - che ce lo ha segnalato e alla quale va il nostro ringraziamento - raccomanda di notare il taglio nel telo. Del resto, facendo girare alabarde sciabole e simili, non c'è da sorprendersi!
Buona visione

lunedì 3 marzo 2014

Sfera marziale e palla ovale

Più pensiamo alla miriade di espressioni del kung fu, frazionato in discipline, scuole, stili più o meno legati a territori, maestri e metodi di insegnamento, più possiamo renderci conto di un aspetto che lo caratterizza, nel panorama delle arti marziali e anche degli sport: non esistono regole formalizzate, ma soltanto principi e leggi, che sono però comuni – parliamo ovviamente dei più generali – anche a rami in apparenza lontanissimi.
Solo i rami recisi si sono dotati di schemi e livelli, come per esempio molte arti marziali giapponesi, con l'indubbio pregio di essere più facilmente riconoscibili e anche divulgabili, dal momento che forniscono a insegnanti e allievi un sistema di riferimento rigido per confrontarsi e misurarsi, anche oltre i confini dei propri paesi.
Una delle grosse difficoltà dei primi approcci al kung fu consiste proprio nell'entrare in questa dinamica così apparentemente “anarchica”, in cui si stenta a percepire la strategia e persino l'obiettivo dell'allenamento. Anche i progressi risiedono in una sfera nebulosa, che si tratti di percezione individuale o dello stesso giudizio di un maestro.

mercoledì 19 febbraio 2014

L'arte della guerra (e del rugby) da Sun Tzu agli All Blacks

Foto archivio Panzeri (Panzer)
Alta la tentazione di citare qualche passaggio della celeberrima opera di Sun Tzu “L'arte della guerra”, moltiplicata, negli ultimi anni, in riletture sui temi più diversi, dalla psicoterapia alle strategie manageriali.

Per non essere troppo banali, ci siamo orientati su qualcosa di apparentemente distante, che tuttavia presenta diverse similitudini con il kung fu, a partire da linguaggi e teorie ugualmente permeati dalla retorica della battaglia: il mondo del rugby.

venerdì 14 febbraio 2014

Un po' di folklore

Festa di paese, nella provincia di Xintay. Mentre da noi si fa la gara delle torte e l'albero dalla cuccagna, qui si divertono con un bel polpettone di wushu. C'è dentro tanto meihuaquan e un po' di altri stili, tra cui un "ubriaco" che val sicuramente la pena vedere... Finalone coi leoni, buona visione!

domenica 19 gennaio 2014

Un esempio di bazi


Continuiamo a trattare l'astrologia cinese con un esempio applicato di caratterizzazione individuale, secondo i criteri descritti nel post del primo gennaio.

Abbiamo scelto il profilo del nostro istruttore, se non altro perché Ottavio ha il nome perfetto per un gioco di parole con il bazi, che, ricordiamo, descrive gli otto attributi-base di una persona.

Vediamo dunque quali sono le colonne portanti di Ottavio, nato in un lontano giorno di marzo (il giorno 24 del primo mese dell'anno, secondo il calendario lunare cinese).

giovedì 2 gennaio 2014

Il calendario cinese


Visto che torniamo ad animare il blog nei primissimi giorni di gennaio, rinnoviamo gli auguri e ricordiamo, essendo in tema, che il Capodanno cinese quest'anno cadrà il 31 gennaio.
Approfittiamo allora del doppio cambio d'anno per dire qualcosa sul modo tradizionale cinese di contare il tempo, basato su cicli di 60 anni. Numero che si ottiene moltiplicando i cinque movimenti o wu xing (legno, fuoco, terra, metallo, acqua ovvero mu, huo, tu, jin, shui) (1) per le due polarità yang e yin (in astratto: maschile e femminile, con relativi equivalenti) per i dodici animali (topo, bufalo/bue/toro, tigre, coniglio/lepre/gatto, drago, serpente, cavallo, capra/pecora, scimmia, gallo, cane, maiale/cinghiale) (2)

mercoledì 1 gennaio 2014

Taiji Yang, forma 10


Visto che molti si spaventano di fronte alle 108 tecniche dell'omonima sequenza (e prima o poi parleremo anche di questo numero "magico", il 108), ecco qui un punto di partenza alternativo: soltanto dieci posture, le più caratteristiche dello stile Yang.
Molto utile per i principianti. E gli avanzati? Beh, siccome si dice che in ogni postura del Taiji c'è tutto il Taiji... qui ce ne sono addirittura dieci!


Rieccoci...

A dir la verità, non ce ne siamo mai andati. Dall'ultimo post in questo spazio (30 agosto 2011, mi fanno notare: che vergogna...) i corsi sono proseguiti costanti e ininterrotti: da settembre ad agosto, come si conviene a una vera scuola di wushu.
Né si è interrotta la nostra vita telematica, continuata però su Facebook (kung fu Piacenza). Ora, tra i buoni propositi per il 2014, abbiamo messo anche quello di riprendere e tenere aggiornato questo blog, che alla fine è il primo e unico sito ufficiale della nostra associazione e dunque non deve assolutamente andar perso.
Riusciremo a mantenere l'impegno? Lo speriamo sinceramente, grazie anche all'aiuto di qualcuno dei soci che ha voglia di usare un po' del suo tempo libero per rendere più informato e interessante il blog. La prima, è già stata reclutata: è Giovanna, assai preparata, tra le altre cose, sulla cultura tradizionale e l'astrologia cinese; tanto è vero che è suo il primo intervento di peso del nuovo anno (vedi più sopra). Altri, speriamo, si aggiungeranno in futuro.
Concludiamo con gli auguri di buon anno, felici di ritrovarvi e ricordando che giorni, orari e sedi dei corsi non sono cambiati: sempre alla palestra Lomazzo, sempre al mercoledì e venerdì dalle 19 in poi

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